IL REFERENDUM, E POI ?
di Fabrizio Biasiolo - New York
Le linee sono marcate,
l’artiglieria appostata, il campo di battaglia e’ definto.
Qualcuno
ancora si dilania (ancora molti , devo aggiungere) nel cercare di capire
chi alla fine piantera’ la bandiera sulla collina che domina la valle;
ma , per quanto mi riguarda, la battaglia e’ finita , e come sempre , il
guardare la bandiera sul colle non e’ sufficente a compensare I morti a
fondo valle.
Che cosa muore?
1 ) Si faceva fatica a governare sto’ povero paese prima, si continuera’ a farne dopo.
2)
Hanno sacrificato liberta’ e democrazia in nome di riduzione costi e
velocita’, sia che vinca il “si” (dove e’ tutto proprio da vedere sia a
livello di guadagno che di governabilita’) , sia che vinca, molto piu’
provabilmente, il “No”, la situazione non migliora ne’ sui principi
democratici (gia’ offesi da dichiarazione di incostituzionalita’ della
legge vigente) che su costi e governabilita’ non cambia niente.
Bisogna
invece incominciare a guardare al dopo, affinche’ I morti non siano
invano e affinche’ si intraprenda la costruzione di quella strada che
specifiche esigenze hanno evidenziato e che due riforme elettorali, una
incostituzionale e l’altra, proposta e, francamente, stupida, non hanno ,
ne ‘ potrebbero risolvere.
All’interno di una struttura democratica
il popolo italiano ha esigenza di un paese gestito da una classe di
politici capaci e onesti , a costi sostenibili e che abbiano la visione
per trascinare il paese fuori dalla crisi economica, la disoccupazione,
il debito in cui e’.
Non solo: che, finalmente, lo guidino fuori dal
parassitismo e dalla corruzzione che lo sta affogando nel suo proprio
sangue.
Va’ modificata la costituzione vigente? E’ una domanda su cui
aprire la discussione, ma solo a condizione che prima si identifichi
con chiarezza il profilo di coloro che alla gestione del paese e dei
suoi problemi meritano di essere demandati.
Qui’ salta fuori il primo
passo da fare dopo le elezion. Capiamola una volta per tutte : questa
classe dirigente manca dei requisiti necessari e indispensabili per
operare a quel livello di responsabilita’ . Inutile persino soffermarsi a
delineare I motivi della loro inadeguatezza, non solo sono evidenti, ma
sono la trave portante del motivo per cui siamo dove siamo.
Non ce
ne sono altri disponibili? Signori prendete una bella pistola e
sparatevi in bocca , almeno morirete di morte piu’ rapida e indolore di
quella a cui vi stanno portando questi signori.
Quindi cerchiamoli,
non solo, cerchiamoli attivamente. Per cercare con costrutto applichiamo
un principio vitale: inutile andare a pescare nello stagno avvelenato
(quindi smettiamola di guardare ai Partiti).
I partiti sono
completamente svuotati di ideologie , di integrita’ , di capacita’
gestionali e sono oramai 30 anni che propinano una minestra insipida di
“ontologie” di destra e sinistra per guidare il gregge al loro pascolo
assicurandosi che sia solo ed esclusivamente lo stomaco a dettarne le
necessita’. Basta ! Usciamo dal gregge, usiamo la testa e smettiamola
con il di “destra” e di “sinistra”.
Se c’e’ uno che pensa
veramente che per uscire dalla situazione in cui siamo basta andare
sempre nella stessa direzione, che voti per Salvini , la Meloni,
Berlusconi , Renzi o D’Alema. Quelli vanno tutti sempre nella stessa
direzione (le loro tasche).
Incominciamo da li’: ricambio politico.
Facciamone un principio costitutivo del nostro sistema democratico e
pretendiamo che , qualunque sia la strada intrapresa per la nuova,
doverosa, legge elettorale, sia dato al demos la possibilita’ di
valutare I candidati, non I partiti, e di esprimere la loro preferenza.
Un piccolo passo? Si’, ma fondamentale e nella giusta direzione, poi un
piccolo passo dopo l’altro, le cose cambieranno in meglio.
I Sistemi non fanno le persone, sono le persone che fanno I sistemi.
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