lunedì 10 ottobre 2016

IL REFERENDUM, E POI ?

di Fabrizio Biasiolo - New York

Le linee sono marcate, l’artiglieria appostata, il campo di battaglia e’ definto.
Qualcuno ancora si dilania (ancora molti , devo aggiungere) nel cercare di capire chi alla fine piantera’ la bandiera sulla collina che domina la valle; ma , per quanto mi riguarda, la battaglia e’ finita , e come sempre , il guardare la bandiera sul colle non e’ sufficente a compensare I morti a fondo valle.
Che cosa muore?
1 ) Si faceva fatica a governare sto’ povero paese prima, si continuera’ a farne dopo.
2) Hanno sacrificato liberta’ e democrazia in nome di riduzione costi e velocita’, sia che vinca il “si” (dove e’ tutto proprio da vedere sia a livello di guadagno che di governabilita’) , sia che vinca, molto piu’ provabilmente, il “No”, la situazione non migliora ne’ sui principi democratici (gia’ offesi da dichiarazione di incostituzionalita’ della legge vigente) che su costi e governabilita’ non cambia niente.
Bisogna invece incominciare a guardare al dopo, affinche’ I morti non siano invano e affinche’ si intraprenda la costruzione di quella strada che specifiche esigenze hanno evidenziato e che due riforme elettorali, una incostituzionale e l’altra, proposta e, francamente, stupida, non hanno , ne ‘ potrebbero risolvere.
All’interno di una struttura democratica il popolo italiano ha esigenza di un paese gestito da una classe di politici capaci e onesti , a costi sostenibili e che abbiano la visione per trascinare il paese fuori dalla crisi economica, la disoccupazione, il debito in cui e’.
Non solo: che, finalmente, lo guidino fuori dal parassitismo e dalla corruzzione che lo sta affogando nel suo proprio sangue.
Va’ modificata la costituzione vigente? E’ una domanda su cui aprire la discussione, ma solo a condizione che prima si identifichi con chiarezza il profilo di coloro che alla gestione del paese e dei suoi problemi meritano di essere demandati.
Qui’ salta fuori il primo passo da fare dopo le elezion. Capiamola una volta per tutte : questa classe dirigente manca dei requisiti necessari e indispensabili per operare a quel livello di responsabilita’ . Inutile persino soffermarsi a delineare I motivi della loro inadeguatezza, non solo sono evidenti, ma sono la trave portante del motivo per cui siamo dove siamo.
Non ce ne sono altri disponibili? Signori prendete una bella pistola e sparatevi in bocca , almeno morirete di morte piu’ rapida e indolore di quella a cui vi stanno portando questi signori.
Quindi cerchiamoli, non solo, cerchiamoli attivamente. Per cercare con costrutto applichiamo un principio vitale: inutile andare a pescare nello stagno avvelenato (quindi smettiamola di guardare ai Partiti).
I partiti sono completamente svuotati di ideologie , di integrita’ , di capacita’ gestionali e sono oramai 30 anni che propinano una minestra insipida di “ontologie” di destra e sinistra per guidare il gregge al loro pascolo assicurandosi che sia solo ed esclusivamente lo stomaco a dettarne le necessita’. Basta ! Usciamo dal gregge, usiamo la testa e smettiamola con il di “destra” e di “sinistra”.

Se c’e’ uno che pensa veramente che per uscire dalla situazione in cui siamo basta andare sempre nella stessa direzione, che voti per Salvini , la Meloni, Berlusconi , Renzi o D’Alema. Quelli vanno tutti sempre nella stessa direzione (le loro tasche).
Incominciamo da li’: ricambio politico. Facciamone un principio costitutivo del nostro sistema democratico e pretendiamo che , qualunque sia la strada intrapresa per la nuova, doverosa, legge elettorale, sia dato al demos la possibilita’ di valutare I candidati, non I partiti, e di esprimere la loro preferenza. Un piccolo passo? Si’, ma fondamentale e nella giusta direzione, poi un piccolo passo dopo l’altro, le cose cambieranno in meglio.
I Sistemi non fanno le persone, sono le persone che fanno I sistemi.

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